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LA CITTA'

Castello di Annone nasce come insediamento romano posto sulla Via Fulvia, al nono miglio da Asti. Il villaggio romano sarebbe stato uno dei tanti minori, se non fosse nato a ridosso di una rocca incuneantesi fra il Tanaro da un lato e la nuova strada dall'altro, e se Asti non avesse assunto già nell'alto Medioevo, un ruolo di grande importanza nella vita della regione. Su quello sperone di una lunga catena collinare, affiorata dal mare in Era Quaternaria, avevano trovato rifugio e sistemazione i primi abitanti della terra astigiana. Su quello stesso sperone, millenni dopo, all'inizio del secolo X, Berengario I, marchese di Ivrea e conte di Asti, decise di erigere un castello alle porte della città, a sua difesa, contro le frequenti incursioni ungare di quel tempo. La rocca e il castello si rivelarono ben presto un eccezionale punto strategico per il controllo della regione e di Asti in particolare, fiorente città di mercanti e finanzieri sia in epoca vescovile che comunale. Annone, con il suo vasto territorio ancora in gran parte coperto da un ricco Forestum e comprendente Cerro, Quattordio, Refrancore, divenne la chiave di volta della vita politica ed economica di Asti rivolta verso la ricca valle del Po. Lo sapevano bene i primi consoli della città che nel 1095 si fecero consegnare dal vescovo, suo signore, villaggio e castello di Annone (ed è da tale donazione che si fa iniziare la vita del Comune di Asti). Lo sperimentò anche l'imperatore Federico Barbarossa che fece di Annone una sua Castellania per controllare il Piemonte occidentale e la stessa Torino. Sotto la casa sveva, col Barbarossa prima e poi con Enrico VI e Federico Il, il Forestum fu diradato e sui dossi soleggiati s'insediarono cascine, si coltivarono viti, si favorirono pascoli, nacquero nuove comunità E nella piana acquitrinosa, posta fra il castello e i possessi astesi, calarono i benedettini della vicina abbazia di San Bartolomeo di Azzano a coltivarla e renderla fertile Ai piedi del castello si costruì un Hospitalis per viandanti e pellegrini, si cinse il nuovo borgo di robuste mura e di un ampio fossato che ne aumentava le difese; agli abitanti fu riconosciuto il diritto di amministrarsi con propri Statuti.Mutate le condizioni politiche dell'Astigiano, gli annonesi decisero di sottomettersi al Ducato di Milano, diventandone il baluardo occidentale contro i Savoia, l'ultimo bastione cui Ludovico il Moro si era aggrappato, dopo averlo nuovamente fortificato, nel tentativo di contrastare la discesa delle truppe di Luigi XII, re di Francia. Annone seppe mantenere il proprio tribunale e le proprie leggi locali e fruire delle esenzioni accordategli da Milano ducale e poi spagnola. Sulle sue terre si allargavano, intanto, le proprietà dei benedettini di Azzano, che avevano da tempo il controllo religioso delle sue chiese e dei beni annessi: così Annone divenne sede di un Priorato di tali abbazie.Inserita fra il Monferrato e i Savoia provò più volte gli orrori delle guerre di successione, prima e dopo la distruzione del castello. Entrò a far parte del Ducato di Savoia agli inizi del Settecento, ma la sua gente doveva essere di tiepida fede sabauda se i nuovi Signori ritennero opportuno mantenere in vita la dogana, tra Quarto e Annone, sino al 1799. Soppressi gli ordini religiosi nel 1802 e distrutto l'antico monastero di Azzano, il governo francese donò alla chiesa di Annone il bell’altare maggiore dell'abbazia, come si può leggere tra le carte del suo Archivio storico.Importanti sono le testimonianze, storiche del suddetto Archivio e preistoriche della collina su cui sorgeva il castello (dove si trovano interessanti reperti archeologici), oltre a testimonianze tardo settecentesche come il Palazzo Medici del Vascello e il Palazzo comunale (inizio '900).Consigli per una visitaUna visita alle frazioni del territorio comunale offre un'occasione per ammirare il paesaggio urbano e le colline circostanti, da sempre il vero spettacolo di queste terre. Interessante potrebbe essere un'escursione nella nuova Oasi "Bosco del Lago", ricca di fauna e alberi secolari (per le visite‚ gradita la prenotazione presso il comune)


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